1984
Winston Smith (Edmond O’Brien): «La cosa più importante è che esiste una speranza.»
Citazione tratta da 1984, film del 1956 diretto da Michael Anderson.
Il diffondersi dei contagi di Covid-19 in tutto il mondo continua a suscitare le preoccupazioni
dei mercati. Tuttavia, come ricorda il film di Michael Andreson, «la cosa più importante è che esiste una speranza». E per gli osservatori, in questo caso, la speranza si chiama vaccino.
Le borse stanno guardando con un cauto ottimismo ai progressi su questo fronte: in Italia è stata avviata la sperimentazione sull’uomo di un candidato vaccino «Made in Italy» all’ospedale Spallanzani di Roma. Negli Stati Uniti, invece, il presidente Donald Trump – anche in ottica elettorale – vuole bypassare i normali standard e le procedure classiche per accelerare le ricerche per un vaccino a cui lavorano AstraZeneca e l’università di Oxford. Relativamente alle cure, la Fda, l’autorità americana di supervisione del mercato alimentare e farmaceutico, ha dato il via libera per l’utilizzo (nelle situazioni di emergenza) del plasma delle persone guarite dal Covid-19, una terapia che però presenta ancora alcune incognite. La decisione pare sia arrivata dopo pressioni da parte di Trump.
I mercati, inoltre, sono in grande attesa per l’evento di Jackson Hole, il tradizionale appuntamento che si tiene negli Usa a fine agosto a cui partecipano i banchieri centrali di tutto il mondo, i quali si confronteranno sulla solidità della ripresa dell’economia globale. A causa del coronavirus, quest’anno avverrà tutto in teleconferenza. L’inizio è previsto per giovedì 27 agosto e, tra gli interventi più attesi, vi è certamente quello del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che con il suo discorso aprirà l’evento. La speranza degli operatori è quella di ricevere indicazioni aggiuntive sulla politica monetaria della Federal Reserve.
Sempre parlando dell’istituto centrale statunitense, bisogna ricordare che di recente sono state pubblicate le minute relative alla riunione del 28-29 luglio del comitato esecutivo. Dalla Fed è arrivato un monito preciso: «L’andamento dell’economia dipenderà in modo significativo dall’andamento» della pandemia. Inoltre, la banca centrale ha precisato che «si impegna a utilizzare la sua gamma completa di strumenti per sostenere l’economia degli Stati Uniti in questo periodo difficile, promuovendo gli obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi».
Dal punto di vista geopolitico, i mercati guardano con preoccupazione alle tensioni tra Stati Uniti e Cina. Sono vari i motivi al centro delle divisioni, tra cui le accuse mosse a Huawei. La società «ci spia, non vogliamo la sua tecnologia», ha detto Trump durante un’intervista a Fox News. Mentre il segretario al Commercio, Wilbur Ross, ha annunciato il rafforzamento delle sanzioni contro il colosso degli smartphone, estendendole a 38 sue filiali in 21 Paesi. Obiettivo? Contenere l’accesso alle tecnologie statunitensi. Huawei e le aziende che orbitano attorno a essa, secondo il repubblicano, hanno «accentuato i loro sforzi per ottenere semiconduttori avanzati o prodotti con programmi e tecnologie americane per realizzare gli obiettivi politici del Partito Comunista».
Pechino si è fatta sentire tramite il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, il quale ha assicurato che il governo «continuerà ad adottare le misure necessarie per salvaguardare i diritti e gli interessi legittimi delle compagnie cinesi». Inoltre, ha detto che gli States «hanno generalizzato il concetto di sicurezza nazionale e adottato varie misure restrittive senza alcuna prova reale. Si tratta solo di egemonia». I mercati sperano che le due superpotenze riescano a trovare un accordo per evitare ripercussioni sull’economia e sul commercio.
Passando all’Europa, dal punto di vista macro, sono stati pubblicati nuovi dati relativi all’inflazione. A luglio, nell’Eurozona è stato registrato un aumento annuo dello 0,4% contro il +0,3% di giugno. L’inflazione dell’Unione Europea, sempre su base annuale, è invece cresciuta dello 0,9% (contro il +1,4% dello stesso mese 2019).
Se guardiamo alla Gran Bretagna, a luglio, l’indice generale dei prezzi è salito dello 0,4% su base mensile e dell’1% a livello annuale. Numeri che hanno battuto il consenso degli esperti, i quali si aspettavano un valore congiunturale invariato e un incremento dello 0,5% rispetto al 2019.