Skip to main content

C’ERAVAMO TANTO AMATI

“La guerra finì, scoppiò il dopoguerra.” Nicola Palumbo (Stefano Satta Flores).

“Il ricco è più solo perché è più raro. I poveri son tanti, tutti amici, sempre assieme, 'sti lazzaroni che non ti fanno più campà!” Romolo Catenacci (Aldo Fabrizi).

Negli onesti c'è quella purezza che se gli capita l’occasione diventano più mascalzoni dei mascalzoni veri.” Romolo Catenacci (Aldo Fabrizi).

“Piuttosto che inseguire un'improbabile felicità è meglio preparare qualche piacevole ricordo per il futuro.” Nicola Palumbo (Stefano Satta Flores).

Nel mondo è scoppiato l’ottimismo. Il grande regista Donald Trump ci ha fatto sapere che durante il weekend sono stati fatti sostanziosi passi avanti nelle trattative con la Cina in tema di commercio, tanto da annunciare uno slittamento del rincaro dei dazi sulle importazioni cinesi, rincaro che era stato programmato a partire dal 1 marzo. Un nuovo clima si respira sui mercati. Trump ha aggiunto che se i negoziati continueranno a registrare progressi, inviterà il presidente cinese Xi Jinping nel suo resort di Mar-a-Lago in Florida per la firma dell’accordo.

Questa settimana in Vietnam si terrà il secondo storico incontro fra il presidente degli Stati Uniti e il dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-un. Ad Hanoi, dove Kim è già arrivato dopo avere attraversato la Cina in treno,  il tema ufficiale delle discussioni sarà la denuclearizzazione della penisola coreana. Ma non c’è dubbio che  l’economia sarà altrettanto importante. Maestro nell’uso del bastone e della carota, il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha invitato la Corea del nord a seguire l'esempio del Vietnam, protagonista in questi anni di una impetuosa crescita economica: “ A Kim Jong-un dico che deve cogliere il momento. Anche la Corea del Nord può vivere questo miracolo".

Torna l’ottimismo in Europa dopo che gli ultimi sondaggi dicono che in Francia il seguito dei  gilet gialli è in netto calo, mentre rimontano i consensi verso il presidente Emmanuel Macron. Anche l’Italia offre motivi di festeggiamento ai mercati, con le elezioni regionali della Sardegna che confermano il declino dei Cinque Stelle e corroborano la sensazione che l’esecutivo giallo-verde è prossimo al capolinea.  Tutte le previsioni indicano un prossimo governo di Centro-destra, dopo elezioni anticipate.

Tutte queste cose, messe insieme, possono provocare quel clima di euforia tipico di quando “scoppia la pace”. Chi ha visto  “C’eravamo tanto amati”, il capolavoro del 1974 di Ettore Scola, non può dimenticare gli abbracci convulsi e i rotolamenti festosi nella neve dei partigiani Vittorio Gassmann, Nino Manfredi e Stefano Satta Flores,  dopo l’annuncio che la guerra è finita. E’ il momento di tornare a casa e mettersi finalmente a realizzare i tanti sogni cullati nei mesi di vita randagia sulle montagne. I sogni, però, restano sogni. Anche la vita in tempo di pace è un conflitto continuo, gli ideali non reggono al confronto con la realtà, esaltazioni e delusioni si susseguono e la tragedia è dietro l’angolo.

Ci vuole equilibrio, suggerisce il film, ma è merce rara. Lo sa bene chi opera sui mercati. Seondo Patrick Zweifel, Chief Economist di Pictet Asset Management,  l’attuale rallentamento dell’economia globale è dovuto per gran parte alle tensioni innescate dalla guerra commerciale Usa-Cina. Una volta risolto il contenzioso, commerci e crescita torneranno a correre. E’quindi il caso di tornare ad aumentare gli investimenti in asset rischiosi? Magari sì, ma attenzione che altre nuvole  possono arrivare. Dopo i violenti tweet di Trump dei mesi scorsi, la Fed ha scelto di avere “pazienza” sulla strada del rialzo dei tassi, ma potrebbe cambiare idea di fronte a un’accelerazione degli indicatori economici: giovedì è atteso il dato sul Pil Usa e sempre in settimana arriveranno i dati del Pmi manifatturiero della Cina e dell’inflazione dell’Eurozona.

La Brexit è un’incognita che diventa ogni giorno più grande e minacciosa,  con Theresa May che ha programmato il voto definitivo del Parlamento sull’accordo con la Ue per il 12 marzo: solo 17 giorni prima del fatidico 29 marzo, giorno fissato per l’uscita del Regno dall’Unione. 

Nell’immediato i mercati non pensano alla Brexit e reagiscono agli input di Trump. Lunedì le Borse cinesi hanno festeggiato  con rialzi vicini al 6%. Il dollaro nelle ultime giornate ha perso quota nei confronti dell’euro (salito a 1,135)  e nei confronti dello yen (salito a 126,007). A mano a mano che le tensioni si allentano, l’euro e lo yen riprendono fiato, dato che gli investitori guardano lontano dal bene rifugio che è diventato il dollaro. Il rally della Borsa di Shanghai rafforza lo yuan, che balza ai massimi da luglio contro dollaro Usa.

Un altro input di Trump è arrivato lunedì sera sul petrolio: “I prezzi del petrolio stanno diventando troppo alti”, ha twittato il presidente americano. “Per favore Opec rilassati e prenditela comoda. Il mondo non può sopportare aumenti di prezzo, è fragile!”. Il messaggio ha avuto un effetto immediato sul mercato. Le quotazioni del barile, che erano ai massimi da tre mesi, sostenuti in gran parte dall’ottimismo per un accordo commerciale Usa-Cina, hanno bruscamente invertito la rotta affondando di circa il 3%: da un picco di 67,47 dollari a un minimo di 65,25 dollari nel caso del Brent. Un’altra dimostrazione che gli equilibri dei mercati sono fragili.

This site uses cookies to improve navigation: if you continue without changing your browser settings, you will accept to receive cookies from the site and from third parties. Cookie Policy