ESSERE JOHN MALKOVICH
“Non sai quanto fortunata sei ad essere una scimmia, perché la consapevolezza è una vera maledizione: io sento, io penso, io soffro... E tutto quello che vorrei in cambio è l'opportunità di fare il mio lavoro e loro non me lo fanno fare perché io svelo le contraddizioni.”
Dai un consiglio ad un saggio e lui saprà una cosa in più, dai un consiglio ad un imbecille e quello ti sarà nemico. La verità è la madre degli imbecilli, ragazzo.
Craig Schwartz: C'è una porticina nel mio ufficio, Maxine... ed è un passaggio che ti conduce all'interno di John Malkovich. Vedi il mondo attraverso gli occhi di John Malkovich e poi dopo circa quindici minuti, sei sputato fuori in un fossato che costeggia la New Jersey Turnpike!
Maxine Lund: Grandioso! Chi è John Malkovich?
Craig: Oh-oh, è un attore, uno dei più grandi attori americani del ventesimo secolo!
Tratto da “Essere John Malkovich” un film di Bryan Singer.
Craig Schwartz, aspirante burattinaio, viene assunto come archivista alla LesterCorp, una ditta al settimo piano e mezzo di un palazzo nel centro di Manhattan, dove conosce l'attraente Maxine Lund. Un giorno Craig scopre che, dietro uno scaffale, esiste un cunicolo che permette di arrivare nella mente dell'attore John Malkovich. La novità si diffonde e tramite l'affascinante
Malkovich, i protagonisti riescono a sperimentare i propri desideri. Soprattutto Craig riuscirà a controllare l'attore grazie alla propria abilità con le marionette. Mette in piedi persino un affare vendendo i biglietti a chiunque voglia pagare 200 dollari per "essere John Malkovich" per un quarto d'ora. Persino il vero attore coglierà l'occasione per entrare nella sua stessa mente.
Gli investitori vorrebbero entrare nella testa del nuovo presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che martedì parlerà al congresso degli Stati Uniti. Non si richiede di restare lì per un quarto d’ora. Solo il tempo necessario per domandare con che velocità intende alzare i tassi di interesse. Il mercato continua a scommettere su una politica monetaria più conciliante e, dai prezzi dei future sui Fed Fund, stima a mala pena (72% di probabilità) 3 strette monetarie: poco più di quanto prevedeva nell’euforia di un mese fa. In questo clima, le eventuali sorprese non potranno che essere negative e avranno conseguenze anche su Wall Street.
Come sempre, alcune fra le più note banche d’affari, forse per mantenere alta l’attenzione sul proprio nome, dipingono un quadro un po’ apocalittico con il rendimento dei Treasury a dieci anni a dicembre al 4,25% prevedendo un calo del mercato del 25%. Per ora, nella testa di Powell tutto questo non si vede. Forse anche la sua testa, come quella di tutti noi, ha diverse stanze, comunicati fra loro, che analizzano tutti i vari casi. In una vi è sicuramente la preoccupazione sugli effetti della politica fiscale espansiva voluta da Donald Trump. In un clima di crescita economica si analizza il rischio di surriscaldare i salari, alzare inflazione e il debito Usa con impatti sulla dinamica di rialzo dei tassi di interesse.
In quella stanzetta si calcola che la manovra fiscale di Trump porterebbe il
debito complessivo Usa (quello federale più quello contratto dalle istituzioni dipendenti dal governo) dal 105% al 130%, in meno di dieci anni. Ora, da qui a 10 anni, vi sono molti correttivi che si possono mettere in pratica. L’inflazione stessa agisce da riduttore del debito. La domanda più concreta da porsi è se davvero esiste una necessità economica di approvare in fase di forte crescita, un’espansione fiscale. La risposta sembra essere che esisteva una necessità politica per risalire la china del consensus, ma i biglietti per entrare nel cervello di Trump sono finiti, l’evento è sold out. E alla fine i mercati non si interrogano sull’origine dei fatti ma sui loro effetti.
Un altro evento che è andato in overbooking è quello che promette di essere, per meno di 15 secondi, non di più, il “principe rosso”, Xi Jinping. Il Comitato centrale del Partito comunista ha proposto di rimuovere dalla costituzione il limite di due mandati di cinque anni per la carica di presidente della Repubblica Popolare cinese. Xi Jinping potrà ricandidarsi a vita. Il suo programma economico è già noto: crescita e potere a ogni costo. Intanto l’avvio del nuovo anno cinese, iniziato il 16 febbraio, ha già fatto registrare un boom. L’anno, che cade sotto il segno del cane ha fatto registrare, in pochi giorni tra shopping, ristoranti e mall, un giro d’affari di 926 miliardi di yuan, 146 miliardi, in crescita del 10,2%. Cinema +25%, Turismo +10,2% a 475 miliardi di yuan. Ma nelle
lunghe anticamere della testa di Xi Jinping si nascondono i sogni di un impero con l’idea di avere un esercito moderno e riattivare le via della Seta. Ora, anche lo stesso John Malkovich, ha pagato per entrare nel suo cervello e forse anche Powell, Trump e Jinping farebbero lo stesso.
I mercati come le persone, non ragionano sempre allo stesso modo e sono imprevedibili anche a se stessi. L’unica strada possibile per interpretare il loro pensiero è, di volta in volta, calarsi nella nuova realtà. L’economia americana potrebbe surriscaldarsi. Quella europea non deve ancora temere. La Cina ha ancora vaste aree di compensazione. Questo significa che i tassi saliranno ma non con la stessa velocità in tutte le economie, così le Borse e i singoli titoli seguiranno ognuno la sua strada, come è sempre stato, indipendente dalla testa degli investitori e creando diverse opportunità di investimento.