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GOOD BYE, LENIN!

Alexander "Alex" Kerner (Daniel Brühl): «Venti di cambiamento soffiavano sulle polverose rovine della Repubblica Democratica. Venne la primavera che fece di Berlino il posto più bello dell'universo. Ci sentivamo al centro del mondo, dove tutto era sul punto di accadere e ci abbandonammo alla corrente.»

Citazione tratta da Good Bye, Lenin!, film del 2003 di Wolfgang Becker. 

Forse Washington non diverrà «il posto più bello dell’universo», ma è certo che sugli Stati Uniti soffiano «venti di cambiamento». L’approccio del presidente Joe Biden in campo economico è infatti totalmente diverso da quello del suo predecessore, Donald Trump. L’attuale inquilino della Casa Bianca ha annunciato di recente la volontà di far approvare una riforma epocale del sistema fiscale americano.

In sostanza, Biden vuole aumentare le tasse solo ai ricchi e alle grandi imprese, al fine di finanziare un maxi piano da 4.000 miliardi di dollari, focalizzato sulle infrastrutture e su altri interventi pubblici a sostegno dell’istruzione, delle madri lavoratrici e per la riduzione delle emissioni nocive.

Con questa mossa, dopo aver soccorso l’economia con il piano di aiuti da 1.900 miliardi di dollari, il presidente intende gettare le fondamenta di una ripresa di lungo termine per il post-Covid, correggendo allo stesso tempo quelle che i Democratici ritengono le ingiustizie del sistema di imposizione fiscale americano, che favorirebbe troppo i paperoni e l’accumulazione di ricchezza improduttiva. Così, la nuova amministrazione è pronta a varare il più ampio aumento delle tasse federali dal 1942, come riportato dal New York Times. Secondo diversi economisti liberali, tale strategia potrebbe far accelerare l'economia.

I repubblicani vogliono però dare battaglia, poiché contrari a qualsiasi aumento delle tasse, anche se focalizzato soltanto sui più ricchi e con l’obiettivo di finanziare investimenti pubblici. Tuttavia, la Casa Bianca è ottimista e intende creare consenso intorno alla sua agenda economica. Ma non è tutto «sul punto di accadere», come dice Alex in Good Bye, Lenin! È infatti probabile che le trattative al Congresso andranno avanti per mesi, con Biden che proverà a strappare almeno qualche voto repubblicano.

Di economia hanno parlato anche Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, e Janet Yellen, segretario al Tesoro degli States, durante un’audizione congiunta alla Camera. «Ci aspettiamo che l’inflazione aumenterà nel corso di quest’anno», ma l’aumento «non sarà né particolarmente ampio né persistente», ha detto il numero uno della Fed. All'aumento generalizzato dei prezzi contribuiranno la domanda repressa, i colli di bottiglia della catena di approvvigionamento e il confronto con la debole tendenza dello scorso anno. La Yellen ha invece sottolineato che «la disoccupazione resterà alta ancora per un po’ e bisognerà studiare nuove misure», ma la ripresa dovrebbe consolidarsi in autunno.

Passando all’Europa, un’analisi interessante arriva da Philip Lane, componente dell'Executive Board della Bce. L’economista, intervenendo al convegno di primavera di The European House Ambrosetti, ha detto che «per disinnescare i fattori di rischio» – legati all’impatto del Covid-19 – «è essenziale che la Banca centrale europea svolga un ruolo di stabilizzazione e rafforzi la fiducia impegnandosi a preservare condizioni di finanziamento favorevoli». Per Lane, l’Eurotower deve sfruttare al meglio i propri strumenti di politica monetaria, come il basso livello del tasso di riferimento, finché non vedrà le prospettive di inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2%. Inoltre, nel caso della Bce non c’è bisogno di venti di cambiamento, bensì di mantenere i programmi a sostegno dell’economia per tutto il tempo necessario.

Rimanendo in ambito Eurotower, è utile ricordare l’intervento della settimana scorsa (in videoconferenza al Parlamento europeo) di Christine Lagarde, presidente dell’istituto. Secondo la banchiera, l'economia del Continente è «migliorata» ma restano ancora diverse incertezze, soprattutto nel breve termine, legate alla diffusione delle varianti del virus.

In particolare, Lagarde prevede una nuova contrazione nel primo trimestre dell'anno e «una ferma ripresa dell'attività economica nella seconda metà del 2021». La numero uno dell’Eurotower ha poi aggiunto che nel medio termine si aspetta un incremento della domanda e un ritiro delle misure di contenimento. Infine, Lagarde ha confermato una stima di crescita del Pil «del 4% per l'area euro nel 2021, del 4,1% nel 2022 e del 2,1% nel 2023».

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