IL BUONO IL BRUTTO E IL CATTIVO
“Arrotola, arrotola... [rivolto allo sceriffo e riferito al wanted poster che lo raffigura] poi ti dico io dove lo devi mettere... Maledetti gli sceriffi e chi li ha fatti... e... [lo sceriffo dà i soldi al Biondo che ha consegnato Tuco] ecco, ecco, gli dà i soldi adesso... Giuda! Ti sei venduto la mia pelle! Ah, ma non te li godi, sai... eh no, non te li godi perché se c'è un po' di giustizia a questo mondo, in medicine vanno a finire, tutti!
La vedi quanta bella sabbia? Be', quello è il deserto, un forno lungo centocinquanta miglia, anche la guerra ha paura a passarci. Da quella parte scappano i confederati, da questa arrivano i nordisti, ma qui nessuno ci mette piede. Solo tu o me. Bella come passeggiata, non ti pare? Come m'hai detto quella volta? "Se risparmi il fiato un tipo come te ce la può fare". [ride] Se invece non ce la fa, muore, ma lentamente... molto lentamente.
Vado, l'ammazzo e torno.
Vedi, il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava. Tu scavi.
Citazioni dal film: “Il buono, il brutto, il cattivo” di Sergio Leone.
Il G7 in Canada è iniziato con finti sorrisi e strette di mano obbligate per finire con i tweet rabbiosi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Tra i leader del G7, forse già domani G8, dopo l’apertura alla Russia, non si capisce più chi sta con chi e soprattutto chi è Il buono, il brutto e il cattivo.
“Scusate ma non possiamo più lasciare che i nostri amici, o nemici, si approfittino di noi sul piano commerciale. Dobbiamo privilegiare i lavoratori americani!" ha scritto in un tweet Trump all’indomani dell’incontro rincarando la dose. "Non è giusto nei confronti del popolo americano! 800 miliardi di dollari di deficit commerciale", ha affermato.
"Perché dovrei permettere ad altre nazioni di continuare a generare grandi surplus come hanno fatto per molti anni mentre i nostri coltivatori, lavoratori e contribuenti devono pagare per questo un prezzo così alto e ingiusto?"
Trump ha anche criticato aspramente altri membri della Nato per contribuire in misura sproporzionatamente minore rispetto agli Stati Uniti per mantenere l'alleanza atlantica.
La Germania contribuisce (lentamente) con l'1% del Pil al bilancio della Nato, mentre noi paghiamo il 4% di un Pil molto più alto. C'è qualcuno che crede che ciò abbia senso?", continua il presidente.
Guerra totale su tutti i fronti. Dal commercio estero alla Nato, fino all’ingiustizia contro i poveri agricoltori Usa e americani, perpetrata dai nuovi “nemici-amici” d’Europa, definiti anche peggio dei cinesi.
Trump non ha nulla da perdere, pensa lui, con un disavanzo di queste proporzioni, peggio non può andare. Il tentativo ora è come nel film il bello e il brutto e il cattivo, di continuare a creare accordi a geometrie variabili, prima con un Paese poi con l’altro. Gli altri del G7 lo hanno capito da tempo, bisogna stare uniti. Gli Usa da soli sono il Paese più potente al mondo con oltre il 24% del Pil mondiale, ma i G7 insieme sono più forti.
Ora comunque vada gli Stati Uniti possono mettere dazi. La verità è che ai mercati, per ora una guerra commerciale poco importa. Ci sono aziende talmente globali che a fronte dei dazi diventano più forti, perché hanno la possibilità di spostare la produzione a seconda delle norme fiscali e commerciali dei diversi Paesi. Vi sono poi quelle a cui dazi fanno bene. La finanza è più liquida dell’industria e quindi si muoverà con maggiore velocità per puntare sulle società che dai dazi traggono vantaggio. I big internet volano sopra le barriere nazionali e questa discussione nemmeno le spaventa. E così il Nasdaq rimane sui livelli record, brinda a Trump e allo storico incontro con Kim Jong-un, tutto il resto non conta. Dall’altra parte dell’Oceano, al di là della politica, i numeri, quelli macro, invece dipingono qualche nuvola in cielo. La produzione industriale dell’area euro non corrre come le attese, mentre l’inflazione all’1,9% è ormai a un passo dall’obiettivo della Bce, del 2%, complice il rialzo del greggio. Ora non c’è più nessun Draghi che conta. Il Qe sta per finire, sta per passare alla storia, come l’era pre Trump. Lo spread torna a far parlare di sè. Ma non è solo lo spread. Per i tedeschi, investire nei propri bund è diventato un salasso: un rendimento dello 0,6% contro un’inflazione tre volte più alta...
A qualcuno non piacerà ma “il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola e chi scava” Eppure Tuco e il Biondo, eterni rivali, hanno sempre trovato un accordo di fronte a un comune interesse. Quando l’interesse era di un uno solo, era guerra. Il bello della finanza è che sta a guardare, non importa chi sia il buono, il brutto o il cattivo, l’investitore sta lì a guardare e getta la sua fiche. Per rimanere con chi alla fine si porterà a casa la cassa con il tesoro. A parte i tech e le buone occasioni sui bond, non è ancora arrivato il momento di schierarsi. Difficilmente ci sarà un accordo tra Usa, Europa e Cina, i dazi sono il prossimo scenario. Ma non sarà una guerra, anzi sarà un’occasione per selezionare e premiare le società più forti dei dazi, più forti dei vincoli perchè offrono prodotti indispensabili o con elevato valore aggiunto. Questo è il west...”anche la guerra ha paura a passarci”...