NUOVOMONDO
“Intervistatore (durante i test di intelligenza): Non avere paura hai tempo, pensa bene a quello che fai
Intervistatore: Lei è in mezzo al mare in una piccola barca c’è una grande tempesta, nella barca con lei ci sono due sacchi. Uno è un sacco pieno di pane e l’altro è un sacco pieno di oro. Ti devi salvare quale sacco butti?
Mancuso : Mah più che a tirare questi sacchi. Non getto niente, non getto niente. Mangio il pane e non getto niente. Giusto? Giusto vero?
Lucy: Sono pronta? Adoro i giochi da tavolo sir. Credevo che cercaste malattie contagiose.
Intervistatore: Purtroppo è stato scientificamente provato che la mancanza di intelligenza è ereditaria e di conseguenza contagiosa, in un certo senso. Vogliamo che i nostri cittadini non si mescolino con persone meno intelligenti
Lucy: Che visione moderna
Intervistatore: Signor Mancuso suo figlio è muto e non può essere ammesso, sua madre è debole di mente e non può essere ammessa. Voi cosa intendete fare? continuare con le pratiche di ingresso negli Stati Uniti o rimpatriare?
Mancuso: Ma che fastidio vi dà. Lui se è sordo sta zitto tutto il giorno. Mia mamma vi prometto la tengo a casa. Ma con tutta questa terra e questo lavoro, che dicono esserci che problemi possono darvi?
Tratto da il film: “Nuovomondo” di Emanuele Crialese.
Ellis Island, è l’isola-avamposto nel porto di New York, di fronte alla Statua della Libertà, il primo lembo di suolo americano dove venivano tenuti in quarantena coloro che chiedevano di entrare negli Stati Uniti come emigranti. Chi all’epoca arrivava ad Ellis Island – furono 12 milioni fra il 1892 e il 1924 – trovava subito ad aspettarlo una dura selezione che rispediva indietro malati e “poco intelligenti”.
Questa era l’immigrazione di inizio secolo scorso. Oggi è tutto diverso, ma gli Stati Uniti rimangono ancora il Nuovomondo. E i test esistono ancora. Il neo premier, Giuseppe Conte, dovrà passarlo e in maniera brillante, ma i risultati si sapranno qualche giorno dopo, leggendo le reazioni degli alleati europei. Dopo l’incontro Junker-Trump, il presidente Usa punta a separare l’Unione per avere un vantaggio. Al contrario, per trattare sui dazi bisogna essere uniti. Il problema, dunque, sarà incontrare Trump senza fare concessioni non concordate con gli altri partner europei. Trump chiederà maggiore spese militari e una posizione diversa con la Russia.
Il resto è scritto nei numeri. Gli Stati Uniti sono un Nuovomondo con il mercato migliore di questo 2018, per metà ormai già consumato. Che piaccia o no, la politica del suo presidente gli sta dando ragione, almeno finora. Il Pil del secondo trimestre corre del +4,1%, un valore che non si vedeva dal 2014. Trump ha alzato la sua voce, in una conferenza stampa organizzata subito dopo la pubblicazione del dato: “La crescita americana è sostenibile e vedremo numeri ancora più alti (…) con gli accordi commerciali a cui lavoro il Pil crescerà ancora di più. In effetti, in un mercato globale che, da inizio anno, performa senza eccessi (l’MSCI World sta guadagnando un normale +2,8%), se l’Europa è ancora ferma al palo (il FtseMib quota al livello del 31/12 scorso), a New York i risultati di questi sette mesi sono ben diversi.
L’MSCI USA guadagna il 7%; nel dettaglio, fa +6% l’S&P500, brilla al +13% il Nasdaq100, nonostante i recenti crolli di alcuni titoli blasonati. Secondo il segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin, “gli Stati Uniti possono avere 4-5 anni di crescita sostenuta al 3%. Gli Usa – ha aggiunto Mnuchin - sono concentrati su scambi commerciali ''aperti e giusti''.
Il governo italiano aspira alla flat tax e al reddito di cittadinanza (vedi sussidi Usa): “Tu vo’ fa l’americano”, ma i conti non tornano. E l’economia italiana sembra ferma in un limbo, in attesa di intraprendere la strada delle riforme che le faranno trovare l’America. I mercati non aspettano e hanno i riflettori puntati sul crollo di Facebook e Twitter. Attesa per i conti di Apple, che da sola pesa l’11% del Nasdaq, il doppio di Facebook.
La stagione delle trimestrali sta comunque stupendo al rialzo, anche per i titoli penalizzati dal mercato per aver indicato uno scenario più complesso, in vista di una guerra commerciale che da planetaria si è ridotta al fronte cinese.
Sullo sfondo rimane l’appuntamento del 31 agosto. Se, entro quella data, Washington e Pechino non avranno trovato un accordo, Trump potrebbe allargare il perimetro dei dazi ad ulteriori 200 miliardi di dollari di beni importati dalla Cina fino a ipotizzare l’estensione a tutti i 500 miliardi di import cinese.
Nel frattempo prosegue la fase di svalutazione dello yuan, con il cambio vs dollaro sempre più prossimo alla critica soglia 6,90. Il Ministro degli esteri cinese, Wang, lunedì notte ha avuto toni piuttosto distesi, dichiarando che le porte per un dialogo sono sempre aperte, ma che ciò debba debba avvenire nel rispetto reciproco.
Questa sarà la settimana delle banche centrali, con Banca del Giappone, Fed e Bank of England sotto i riflettori. La prima dovrà porre chiarezza sui rumor relativi a una revisione della propria politica di controllo della curva che ha portato, la scorsa settimana, ad un rialzo dei tassi governativi a livello mondiale; l’ultima dovrà confermare o meno le aspettative del mercato su un rialzo dei tassi.
Da tempo con i nostri portafogli emigriamo alla ricerca di un Nuovomondo e ogni giorno affrontiamo un test, una selezione, è quella del mercato, che giudica inesorabilmente se siamo stati intelligenti.