ROCKY III
Rocky Balboa (Sylvester Stallone): «Bisogna toccare il fondo per poter risalire.»
Citazione tratta da Rocky III, film del 1982 scritto e interpretato da Sylvester Stallone
Forse l’economia mondiale non ha toccato il fondo, ma certamente è stata pesantemente colpita dalla pandemia di Covid-19. Tuttavia governi, imprese, istituzioni e cittadini, proprio come Rocky, stanno lottando «per poter risalire». E per poter risalire è fondamentale avere una politica monetaria adeguata: per questo i riflettori dei mercati sono stati puntati sul recente convegno di Jackson Hole (Usa), il tradizionale appuntamento di fine estate delle banche centrali.
Il numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, ha detto che l’inizio del tapering – ovvero la riduzione degli stimoli monetari – è «possibile» entro la fine dell’anno. Ma un intervento eccessivamente frettoloso potrebbe rivelarsi «molto dannoso», visto il clima di incertezza alimentato da alcune vulnerabilità dell’economia internazionale e dalla diffusione della variante Delta.
Powell non ha quindi fornito una tabella di marcia precisa per l’allentamento degli acquisti della Fed, che oggi si attestano a 120 miliardi di dollari mensili, e ha sottolineato che il tapering non «è un segnale diretto di un vicino aumento dei tassi di interesse». Relativamente all’inflazione, il banchiere ha ammesso che la fiammata dei prezzi «causa preoccupazione», ma è convinto che il balzo sia provvisorio e si possa tornare al target del 2%.
Il presidente della Fed è stato chiaro: «Nonostante le sfide odierne, l’economia Usa è sulla strada giusta» per un mercato del lavoro solido e «alti livelli di occupazione e partecipazione», nonché «benefici salariali ampiamente condivisi». Inoltre, ha ricordato come «prima della pandemia, abbiamo visto gli straordinari benefici che un mercato del lavoro forte può offrire alla nostra società. Le condizioni del mercato del lavoro stanno migliorando ma sono turbolente, e la pandemia continua a minacciare non solo la salute e la vita, ma anche l'attività economica» e la Fed continuerà a monitorare gli sviluppi della diffusione del Covid-19. Insomma, secondo l’istituto, pur considerando le difficoltà attuali e con tutte le dovute precauzioni, l’economia è in grado di “poter risalire” (come direbbe Rocky) anche con una politica monetaria meno accomodante. Powell, come detto in precedenza, considera tale possibilità ma non vuole affrettare i tempi. Tuttavia, i cosiddetti “falchi” della Fed premono per implementare il tapering il prima possibile.
A spingere su questa linea, che raccoglie sempre più consensi nel Board, è il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, che in un’intervista alla Cnbc ha esortato: «Iniziamo il tapering e facciamolo rapidamente». Anche il presidente della Fed di Philadelphia, Patrick Hacker, ha detto che l’avvio di un piano di riduzione degli acquisti «è meglio prima che dopo» perché l'aumento dell’inflazione «potrebbe non essere transitorio». E ancora: Loretta Mester, presidente della Fed di Cleveland, sta con i “duri”. «Non abbiamo bisogno della politica accomodante di cui necessitavamo in precedenza», ha detto senza mezzi termini.
Che abbiano meglio i falchi o l’atteggiamento prudenziale di Powell, sembra certo che la Fed e la Banca centrale europea saranno sempre più distanti. In ogni caso, la BCE mira infatti a mantenere la politica espansiva più a lungo della sua omologa statunitense. L’Eurotower sarà «paziente» - aveva affermato Christine Lagarde dopo il board di luglio – «nessuno di noi vuole una prematura stretta» della politica monetaria. La numero uno della BCE aveva anche sottolineato che la ripresa dell’economia dell’eurozona è in marcia ma la pandemia continua a rappresentare una pericolosa ombra. A differenza della Fed, Francoforte sembra quindi intenzionata a rimandare il dibattito sul tapering.
Perfino l’ala dura dell’Eurotower appare più tranquilla dopo le pressioni dei mesi scorsi per mettere fine in anticipo al Pepp, il piano di acquisto titoli contro l’emergenza pandemica da oltre 1.800 miliardi di euro. Probabilmente, oltre alla variante Delta, ci sono altre questioni che suscitano preoccupazione, soprattutto a Berlino. L’indice Ifo, che misura la fiducia fra le imprese tedesche, è sceso in agosto a 99,4 punti dai 100,8 di luglio, con un netto peggioramento delle aspettative. Passando al capitolo inflazione, invece, la Banca centrale europea prevede ulteriori rialzi e poi un ribasso nel 2022.